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Da El Pais. (poliversity.it)
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Da El Pais.

Se l'IA sostituisce i lavoratori, dovrebbe pagare anche le tasse?

La corsa tecnologica tra i giganti del settore e l’ondata di licenziamenti da loro annunciata hanno riacceso il dibattito sull’opportunità di tassare l’automazione

Daniel Waldenström, professore allo Stockholm Institute for Industrial Economics, respinge l'idea di una tassa specifica sull'intelligenza artificiale, sostenendo che non si è registrato alcun aumento significativo della disoccupazione, nemmeno negli Stati Uniti, culla di queste nuove tecnologie e leader nella loro implementazione. Sottolinea inoltre la difficoltà nel definirlo con precisione: “Cosa sono l'automazione, i robot o l'intelligenza artificiale? Un chip, una macchina umanoide, un'applicazione o un programma per computer? Non saremo mai in grado di definirlo con precisione. Dovremmo continuare a tassare ciò che già esiste: reddito da lavoro, consumi e plusvalenze.”

Anche il Fondo monetario internazionale (FMI) si è unito al dibattito. In un rapporto pubblicato la scorsa estate, gli economisti dell'organizzazione sono giunti a conclusioni contrastanti: non hanno raccomandato di tassare specificamente l'intelligenza artificiale — poiché ciò potrebbe soffocare la produttività e distorcere il mercato — ma hanno esortato i governi a rimanere vigili contro potenziali scenari dirompenti. Le loro proposte includevano l’aumento delle tasse sul capitale — che sono diminuite con l’aumento del carico fiscale sul lavoro — la creazione di un’imposta supplementare sugli utili aziendali “eccessivi” e la revisione degli incentivi fiscali per l’innovazione, i brevetti e altri beni immateriali che, pur aumentando la produttività, può anche sostituire i posti di lavoro umani.

Carl Frey, professore associato di intelligenza artificiale e lavoro all'Università di Oxford e autore del libro How Progress Ends (Princeton University Press, 2025), ha un punto di vista simile: non sostiene una tassa sull’intelligenza artificiale, ma riconosce che il sistema fiscale è diventato sbilanciato. “In molte economie dell'OCSE abbiamo assistito a un aumento delle imposte sul reddito e a una diminuzione delle imposte sul capitale”, osserva. Questo sistema incentiva le aziende a investire di più nell'automazione che nelle tecnologie che creano posti di lavoro. “Affrontare questo squilibrio è essenziale per sostenere le tecnologie che creeranno posti di lavoro del futuro.”

Susanne Bieller, segretaria generale della International Federation of Robotics, sostiene che l'applicazione di tasse ad hoc deriva da “un problema che non esiste,” poiché l'automazione e i robot “creano nuovi posti di lavoro aumentando la produttività.” Avverte che tassare gli strumenti di produzione anziché i profitti aziendali “avrebbe un impatto negativo” sulla competitività e sull'occupazione.

Oltre all’occupazione, destano preoccupazione l’impennata della spesa delle principali aziende tecnologiche per l’intelligenza artificiale e l’aumento dei prezzi delle loro azioni sollevando timori di una bolla. Gli analisti avvertono inoltre che il consumo energetico di queste tecnologie è così elevato che la loro impronta climatica potrebbe compensare i benefici di crescita promessi.

L'articolo completo si può leggere qui: https://english.elpais.com/technology/2025-11-30/if-ai-replaces-workers-should-it-also-pay-taxes.html.

@politica

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Sempre dalla parte sbagliata.

«Rai, 'confermata la partecipazione all'Eurovision a Vienna': "Abbiamo sostenuto la presenza di Israele"».

https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2025/12/05/rai-confermata-la-partecipazione-alleurovision-a-vienna/_21d7d303-d1b0-4df4-aede-31b1e6fa3279.html

@news

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Due flaconi di acido versati addosso alla ex, un'aggressione - messa in atto nel suo salone di parrucchiera per donne - annunciata già giorni prima. Ma per il giudice di Verbania non è stato un tentativo di deformazione o sfregio permanente del viso. Il liquido utilizzato, contenente acido cloridrico al 6,5%, era «inidoneo» a provocare «in concreto» il danno, perché nel locale era «possibile risciacquare immediatamente la cute colpita senza attendere i circa 15 minuti necessari per la cristallizzazione della lesione».

https://www.ilsole24ore.com/art/acido-ex-ma-non-era-tentativo-sfregio-perche-poteva-lavarsi-AIMfLuG

@news

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Da Il Post. (poliversity.it)
submitted 2 weeks ago* (last edited 2 weeks ago) by Trames@poliversity.it to c/news@feddit.it

Da Il Post.

Il governo indiano ha ordinato alle aziende produttrici di telefoni di installare su tutti i nuovi smartphone che saranno venduti nel paese un’applicazione prodotta dallo stato che monitorerà alcune funzioni dei dispositivi.

L’app ha autorizzazioni per fare chiamate, inviare messaggi, accedere al registro delle chiamate e dei messaggi, alle foto, ai file, e anche alla fotocamera del telefono.

Secondo l’ordine del governo ai produttori di telefoni, inviato la settimana scorsa ma rivelato solo il primo dicembre, l’app non deve poter essere disabilitata o limitata.

Per via delle crescenti critiche il ministro per le Comunicazioni Jyotiraditya Scindia ha poi detto che chi non vuole l’applicazione la può disinstallare in ogni momento, senza però spiegare come.

I produttori hanno 90 giorni di tempo per rispettare questa norma, e dovranno aggiungere l’app nei telefoni già prodotti ma non ancora venduti.

La norma va contro gli standard della maggior parte dei produttori di smartphone, che basano molta della loro affidabilità sulla riservatezza e sulla protezione dei dati degli utenti.

Secondo quanto riferito da fonti anonime a Reuters l'azienda Apple non intende rispettare questo nuovo obbligo.

L'articolo completo si può leggere qui: https://www.ilpost.it/2025/12/02/india-app-smartphone-controllo/.

@news #india

[-] Trames@poliversity.it 1 points 3 weeks ago

@macfranc
Grazie della spiegazione.

Il mio account proviene originariamente proprio da LivelloSegreto, a cui arrivando da Twitter mi ero iscritto equivocandone il tema. LivelloSegreto è un'ottima istanza ma converrai con me sul fatto che abbia molto senso che noi utenti di Poliversity siamo più interessati a seguire gli account di Flipboard. 😉

@fediverso

[-] Trames@poliversity.it 1 points 3 weeks ago

@macfranc
Spiegaci il significato di questi numeri.
130561 sono i nuovi toot da parte di utenti di mastodon.social dal 25 ottobre in poi con i quali Poliversity.it sia "entrata in contatto?
@fediverso

[-] Trames@poliversity.it 1 points 3 weeks ago* (last edited 3 weeks ago)

@luca @Ingordi_Channel @informapirata @informatica
Dopo undici giorni ci ho trasferito in modo irreversibile account e dati e ho rottamato il vecchio apparecchio dopo averlo riportato alle impostazioni di fabbrica.
Se lo rivogliono mi pagano i danni che superano ampiamente il valore dell'apparecchio stesso.

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submitted 1 month ago* (last edited 1 month ago) by Trames@poliversity.it to c/giornalismo@feddit.it

Nell'informarci dobbiamo prestare molta attenzione.

@gubi https://sociale.network/@gubi/115554308749685141

#narrazioni @giornalismo

[-] Trames@poliversity.it 1 points 1 month ago* (last edited 1 month ago)

@macfranc Grazie per essere sempre così sul pezzo; ma soprattutto per avere atteso una versione più stabile, «saltando» la 5.4.0.
Il permesso di citazione mi sembra una caratteristica molto meno essenziale rispetto a quanto pubblicizzato.
Al di là del recupero delle risposte, funzionalità interna che difficilmente verrà davvero rilevata dagli utenti, noto invece la possibilità di configurare la visibilità dei boost.
Dipende da Mastodon o è stata introdotta da Glitch, di cui — perdonami — non ho seguito l'evoluzione?
@fediverso

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submitted 1 month ago* (last edited 1 month ago) by Trames@poliversity.it to c/scienza@feddit.it

Artificial light pollution is increasing worldwide with pervasive effects on ecosystem structure and function, yet its influence on ecosystem metabolism remains largely unknown

https://www.nature.com/articles/s41558-025-02481-0

@scienza

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«L’Irlanda ha nominato un’ex lobbista di Facebook nuova responsabile della protezione dei dati, cioè la persona che dovrebbe controllare l’operato delle Big Tech.

In Irlanda hanno sede tutte le multinazionali del settore tecnologico, che scelgono questa nazione per via della bassa tassazione e perché le autorità di controllo per anni si sono girate dall’altra parte.

Se le leggi europee in materia di privacy non si applicano alle Big Tech in Irlanda, allora non servono a proteggere nessuno in nessun paese d’Europa».

https://action.wemove.eu/sign/2025-11-dpc-ireland-petition-IT

@politica #irlanda

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Il governo irlandese ha presentato un piano per costruire 300mila case contro la grave crisi abitativa del paese

https://www.ilpost.it/2025/11/13/irlanda-piano-crisi-abitativa-nuove-case/

@politica #irlanda

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[-] Trames@poliversity.it 1 points 1 month ago

@judgyweevil In questo caso direi che non è così. Quella del preside è in realtà una carica istituzionale, la più alta con cui molti studenti della scuola stessa si siano mai relazionati in modo diretto. Un bravo preside ha ben presente il fatto che il suo ruolo nell'ambito di un'educazione alla corretta partecipazione civica sia fondamentale.

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Torino, il personale del liceo Einstein si schiera con gli studenti

Il personale del liceo Einstein di Torino ha inviato a il manifesto una lettera in cui si denuncia da parte delle forze dell’ordine un «uso eccessivo della forza» avendo caricato «un gruppo di studenti assolutamente privi di qualsiasi arma o oggetto contundente», «una condotta non giustificata». I fatti sono quelli di lunedì scorso, quando almeno sei militanti di Gioventù Nazionale, il gruppo di estrema destra giovanile di Fdi, hanno distribuito volantini contro i «maranza» fuori dalla scuola, colpendo con calci e spintoni chi si rifiutava di prenderli o esprimeva idee contrarie al loro contenuto, come confermano diversi studenti a il manifesto.

L’azione era stata attenzionata alla questura che aveva deciso di inviare due camionette con più di 10 agenti in tenuta antisommossa. La lettera, con 40 firme in calce, chiede anche che siano chiariti due punti: quali sono «le notizie che hanno indotto le autorità di polizia a temere eventuali disordini durante una manifestazione che non c’è assolutamente stata» e in riferimento a un episodio simile, quello di un volantinaggio sempre di Gioventù Nazionale davanti al liceo artistico Primo (anche in quel caso studenti e docenti erano stati attaccati), chiedono «se anche in tale occasione le autorità di polizia abbiano avuto notizia di una fantomatica manifestazione».

Infine, i docenti ricordano il contenuto discriminatorio dei volantini, offensivo per i ragazzi immigrati o figlio di immigrati, in particolare maghrebini, molti dei quali frequentano il liceo, e ricordano i valori costituzionali della Repubblica antifascista e antirazzista. Intanto il preside in un primo momento ha evitato di prendere posizione «per evitare di fomentare il clima di tensione e scontro ideologico» ed escludeva «atti di aggressione fisica verso coloro che si rifiutavano di prendere i volantini». Di fronte agli studenti compatti che occupano da due giorni il liceo (decisione presa dall’80% degli alunni), anche il dirigente scolastico Michele Chiauzza ha chiesto che siano chiarite le circostanze di quanto accaduto e ha definito «una ferita profonda la visione di un nostro studente minorenne ammanettato».

Anche i genitori degli alunni si erano da subito esposti scrivendo una lettera firmata da oltre 120 persone che sottolinea come «nessuno ha provato a mediare, evitando che una scena così violenta e umiliante si consumasse davanti agli occhi delle studentesse e degli studenti». Il gruppo, che si è denominato Collettivo genitori Einstein”, sentito da il manifesto, chiede che venga acceso un faro intorno al tema dell’educazione al dissenso che nel periodo adolescenziale è sostanziale. La vicenda potrebbe portare conseguenze giudiziarie ai militanti di Gn che si sono resi protagonisti dell’azione: due studentesse, che hanno denunciato di essere state molestate con palpeggiamenti, hanno deciso di rivolgersi agli avvocati. Il gruppo di estrema destra bolla il tutto come «accuse totalmente false» e avverte che si tutelerà nelle sedi legali.

@news

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Da Internazionale. (poliversity.it)
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Da Internazionale.

Giorni fa ascoltando un podcast a cui sono affezionato, De Core Podcast, mi ha fatto riflettere l’osservazione di un ospite, il famoso conduttore radiofonico Linus.

Linus si chiedeva com’era possibile che un paese piccolo come Israele (grande quanto la Lombardia e con gli stessi abitanti della Lombardia), senza petrolio né altre fonti energetiche, fosse diventato così ricco e potente.

Nelle stesse ore veniva annunciato il premio Nobel per l’economia, che quest’anno è andato a tre studiosi – lo statunitense-israeliano Joel Mokyr, il francese Philippe Aghion e il canadese Peter Howitt – per il loro lavoro sull’impatto delle nuove tecnologie sulla crescita economica. Forse una risposta (parziale) alle domande di Linus arriva proprio da questo Nobel, che è molto più importante di quanto si pensi e dovrebbe far riflettere tutti, soprattutto in Italia, un paese la cui economia è ormai da decenni praticamente ferma, come i salari dei suoi lavoratori.

In un comunicato la Banca di Svezia, che ogni anno assegna il Nobel per l’economia, spiega che “da più di due secoli – un fatto inedito nella storia umana – il mondo ha conosciuto una crescita sostenuta, che ha permesso a tantissime persone di uscire dalla povertà e allo stesso tempo ha posto le basi della nostra ricchezza attuale.
Questa condizione, aggiunge la Banca di Svezia, è un’eccezione assoluta: “Nella maggior parte della storia umana la normalità è stata la stagnazione. Il lavoro dei vincitori, si legge nel comunicato, “dimostra che la crescita economica non può essere data per scontata”.

Proprio la straordinaria capacità di innovare è uno dei fattori che ha permesso i progressi di Israele.

Nei suoi studi Joel Mokyr ha dimostrato che la base della crescita senza precedenti dell’economia in occidente è dovuta all’applicazione del metodo scientifico, cioè al fatto che gli esseri umani hanno cominciato a chiedersi perché e come funzionavano le cose. È questo che ha permesso in Europa la rivoluzione industriale. Perché poi proprio in Europa e non altrove? Mokyr sottolinea che non ci può essere crescita economica senza una società che si apre alle idee e ai cambiamenti.

L’Europa è il luogo del mondo che per primo ha cominciato a distaccarsi da una società fondata sui dogmi (religiosi e non) considerati immutabili: furono i mercanti medieviali tra i primi a pensare che ci si potesse arricchire e godere della vita mentri si era ancora sulla Terra, senza per forza aspettare la vita eterna.

Da tutto questo è nata una spinta al progresso, all’innovazione, all’emancipazione e alla crescita che arriva fino a noi. Un percorso tutt’altro che lineare, non certo privo di contraddizioni, ingiustizie, disparità, episodi ignobili. A questo proposito, Philippe Aghion e Peter Howitt sono stati premiati anche per aver studiato i meccanismi alla base della crescita sostenibile. Hanno elaborato un modello matematico per quella che l’economista austriaco Joseph Schumpeter chiamava “distruzione creativa”: quando un prodotto nuovo e migliore entra sul mercato, le aziende rimaste ferme al passato vengono penalizzate e spesso spazzate via.

Molti oggi vedono nella Cina la dimostrazione del fatto che un paese può evolversi senza necessariamente passare da una società aperta. Il colosso asiatico è una “megamacchina”, un sistema dispotico il quale non può tollerare qualsiasi pensiero e invenzione che metta a rischio il proprio potere.

Intanto anche gli Stati Uniti sembrano orientati verso un assolutismo di tipo cinese e hanno cominciato a distruggere le basi di quella società aperta, che ha fatto la fortuna della loro economia.

Resta l’Europa con le sue enormi contraddizioni. La speranza è che non abbandoni i principi di libertà e apertura che ne hanno favorito lunghi anni di prosperità e pace.

L'articolo completo si può leggere qui: https://www.internazionale.it/notizie/alessandro-lubello/2025/10/18/conoscenza-pensiero-motore-economia.

#politica #economia #nobel @politica

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Da Il Manifesto. (poliversity.it)
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Da Il Manifesto.

Gli avvocati della Corte Penale Internazionale Omer Shatz e Juan Branco hanno presentato ieri una memoria legale di 700 pagine rivelando tutti gli organi e le agenzie dell’Ue e degli Stati membri coinvolti in crimini contro l’umanità commessi contro i “migranti” in transito lungo la rotta del Mediterraneo centrale. Il documento include un database di oltre 500 funzionari europei che erano in carica durante il periodo esaminato e un elenco di 122 persone sospettate di aver commesso tali crimini. I risultati si basano su 6 anni di indagini.

I più di 25mila richiedenti asilo senza nome annegati negli ultimi dieci anni (2015-2025) e gli oltre 150mila sopravvissuti rapiti e trasferiti con la forza in Libia, dove sono stati detenuti, torturati, violentati e ridotti in schiavitù, potrebbero aver giustizia se la Corte uscisse dal suo silenzio.

Dal 2019 ad oggi, il procuratore della Corte Penale Internazionale non ha indagato né perseguito un solo cittadino europeo. Quando la Corte ha emesso il suo primo mandato di arresto nei confronti di un cittadino libico sospettato di crimini contro l’umanità nei confronti dei “migranti”, un governo europeo, quello italiano, ha ostacolato la giustizia rilasciandolo dalla custodia cautelare e riportandolo in Libia, in aperto contrasto con il mandato della Cpi (caso Al-Masri). I legali hanno invitato il Procuratore ad avviare immediatamente un’indagine sui sospetti identificati.

Parallelamente, intendono adire il Presidente delle Camere preliminari, chiedendo che una Camera eserciti il controllo giurisdizionale sui sei anni di inazione del Procuratore.

L'articolo completo, protetto da paywall, si può leggere qui: https://ilmanifesto.it/dossier-alla-cpi-ci-sono-i-nomi-dei-responsabili-europei-di-torture.

#politica #criminiinternazionali @politica

[-] Trames@poliversity.it 2 points 1 year ago

@admin Grazie del servizio sempre eccellente.

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Trames

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